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Devo ammetterlo, a distanza di anni, oggi più che mai avverto una certa pigrizia. Non nelle cose da fare. Scrivo, creo, faccio cose. La pigrizia mentale è nel proporre le proprie idee. Bisogna dirlo, la passione non basta, occorre essere molto dinamici ed avere l'obbiettivo fisso in testa. Sappiamo benissimo che finchè si è giovani le energie ci sono. Spaccheresti il mondo. A venti o trent'anni sei molto convinto di te stesso anche delle negatività che magari ti passano per la mente.
Volete saperla tutta? Scrivo da oltre trent'anni. Avevo circa quindici anni quando presi il mio primo quadernino ed iniziai a scrivere la prima poesia. Ricordo che si intitolava "L'autunno" poi non ricordo altro. Scrivevo a macchina. Avevo una Olivetti scarna. Inserivo il foglio, scrivevo, ritagliavo il foglio e lo incollavo nel quaderno con tanto di data in fondo. Un giorno mia madre scoprì il manufatto con la copertina delle Sturmtruppen e lo lesse. Tornai a casa e mi trovai il quaderno sopra al tavolo. Non era al suo posto. Mamma? Sei bravo, mi rispose. Ne aveva lette circa una trentina. Lesse le mie considerazioni da adolescente, tetre, lugubri, a tratti disfattiste. Da allora però non ho mai abbandonato. Ho sempre scritto di tutto, dalla poesia ai racconti brevi di cui sono appassionato.
Non voglio affrontare in maniera approfondita l'argomento delle Case Editrici ma se fate una ricerca online trovate di tutto; Case editrici non a pagamento, per soli poeti, di lingua italiana, lingua inglese, case editrici di arte, letteratura, quelle che pubblicano tutto sul territorio di appartenenza. C'è di tutto ma, udite udite, se andate a cercare una casa editrice non a pagamento, pubblicazione gratuita e chi più ne ha più ne metta escono fuori alcuni siti di alcuni colleghi blogger che scrivono la lista di tutte le case editrici con relativi contatti garantendo la pubblicazione gratuita. Cosa fai? Ovviamente ne scegli alcune, le più consone al tuo manoscritto ed inizi a scrivere. Mandi email, invii manoscritti per posta ordinaria. Insomma ti dai da fare ed aspetti. Aspetti forse mesi, forse invano. C'è anche chi non risponde.
Comprare le copie del tuo libro oppure...
Chi risponde in genere lo fa per dirti che la tua opera non gli interessa oppure non fa parte del loro target di pubblicazione. Poi ti viene in mente che alcuni autori ora diventati famosissimi hanno fatto esattamente come te. All'inizio nessuno credeva in loro e poi chissà come mai il loro libro, anche magari brutto, ha venduto o sta vendendo milioni di copie. Non demordere mai. Certo, è la idea più giusta quella di non demordere non tanto perché vuoi diventare famoso ma quanto perché saresti contento se la tua proposta la leggessero più persone possibili. C'è poi chi ti chiama al telefono magari anche di domenica o di sabato ora di pranzo per farti i complimenti. Vuole conoscerti, scambiare due chiacchiere con l'autore dell'opera che lo ha colpito. La conclusione è che la casa editrice in questione ha una proposta da farti. Leggi la mail che puntualmente ti arriva il giorno dopo e vedi scritto che dovrai acquistare cento o duecento copie del tuo libro alla bellezza di sole dieci euro a copia. Ovviamente potrai rivendertele ma intanto devi sborsare di tasca tua duemila euro tanto per iniziare.
L'alternativa è quella di autopubblicarti mediante piattaforme tipo Amazon. Bene, ottima scelta ed ottima alternativa ma sai benissimo che potrai anche non essere all'altezza delle aspettative. Insomma, concludendo quale casa editrice potrà mai credere in te? Diciamolo pure; i patron di una casa editrice non sono dei pinco pallini qualsiasi ma sono giornalisti, imprenditori, ex imprenditori, sono persone insomma che hanno un certo credito nel loro ambiente e che quindi potrebbero benissimo darsi da fare con campagne pubblicitarie in vari programmi radiofonici, giornali, canali pubblicitari di vario genere. E' vero, costa. Per loro ha un costo e credo questo vada detto con tutta l'onestà del caso ma se ho vent'anni e non ho un'euro in tasca come diamine farò ad investire nella mia opera? Bisogna dare spazio ai giovani talenti altrimenti diventeranno pigri nel proporre le loro idee.
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