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Circa cinquant'anni fa Pasolini diceva:

"L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo. Prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza, a questo marciume è, ora, il fascismo."

Niente di più attuale. Niente di più contemporaneo neanche fosse un'opera d'arte di un qualche artista del nuovo millennio ad esporre le sue idee pitturate a pennello in questo duemilaventi pieno di paure, angosce e rabbia covata e condivisa in qualche social network.
Che fine ha fatto Pasolini? Dove sono i poeti, gli intellettuali, i nuovi pensatori? Che fine hanno fatto questi geni che ci misero in guardia, che ci allertarono, ci prepararono al nuovo fascismo? Appena dopo la guerra ci sentimmo liberati. Ancora tra le macerie gli italiani furono costretti ad essere solidali e a sentirsi liberati dallo sfacelo di una dittatura nuda e cruda. I nostri avi ci raccontavano, ci illustravano uno scenario bellico da farci raccapponare la pelle. Ricordo le lezioni di storia, educazione civica. C'era un movimento interessante all'epoca. Parliamo degli anni '70, inizio anni '80. Era un'illusione? Era per caso una forzatura per convincerci che tutto era finito?
Pasolini fu chiaro. Insieme a lui furono chiari altri, molti altri scrittori, intellettuali e pensatori del dopo guerra. Un'altra bella mattonata sulla testa è questa citazione sempre di Pasolini in cui dice che non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole. Occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società.
Tutto chiaro, vero? Si parla di un fascismo subdolo e neo democratico presente nella mondanità, nella normalità, codificato come allegro, socialmente eletto ma dal fondo appunto brutalmente egoista della società tutta.
Riflettendoci bene trattasi del disegno sociale, economico, antropologico di oggi. Pasolini aveva visto bene; eppure oggi non si cita, non si ricorda, non lo si menziona in nessun dibattito, in nessuna conferenza, in nessuna riunione, assemblea di partito o che dir si voglia.
I motivi secondo il mio parere sono due. Ne voglio citare volutamente un paio per non confondere troppo le menti illuminanti e, oserei dire, intelligenti:
il primo è che non c'è più un dibattito dialogico, non esiste più un pensiero critico, una diatriba ideologica sulla quale appigliarsi per cercare di venirne a capo.
La seconda è che Pasolini è troppo scomodo per tutti, troppo lucido, lungimirante, saggio, oculato e sagace per poterne parlare. Pochi reggerebbero ad una sequela di argomentazioni assai ardue che l'intellettuale bolognese trapiantato in Friuli per poi raccontare la sua Roma di borgata affrontò in vita.
Complici e coinvolti
Arrivo al punto. Il fascismo morale di Pasolini è cedimento con la manipolazione artificiale delle idee.
Che significa in soldoni? In breve significa che il neocapitalismo post bellico ha formato il nuovo potere. Il nuovo potere neo fascista nascosto e ben infrascato dalle idee liberiste e represse delle società dello spettacolo, per dirla alla Debord. Complice una sinistra assente, una sinistra fascista appunto, una sinistra liberista, una pseudo sinistra buonista, borghese e dirigenziale che negli anni ha educato le classi medio basse, il nuovo proletariato e tutte le classi intermedie ad un modus vivendi ed operandi all'insegna dell'odio sociale. La sinistra non ha saputo rispondere alle esigenze concrete e grossolane degli italiani.
Questo tipo di democrazia sfrenatamente liberista ci ha condotti al menefreghismo.
Dopo la fine delle ideologie, il crollo del Muro di Berlino la sinistra cambiò rotta verso un progressismoDove cosiddetto europeista che lanciò la palla ai sovranisti di oggi.
Dove la sinistra è assente ecco sovraggiungere la destra forte e tesa. I vecchi fascisti si sono sentiti sdoganati ed autorizzati per la nuova protesta all'insegna di una giustizia e di una giustezza che in realtà non vi sono. Non sono presenti e mai ci saranno ma l'illusione che il popolo possa riscattarsi c'è ed il nuovo fascismo vive per questo.
La storia ci dice che la democrazia in Italia vige dal lontano 1946, la Costituzione è stata scritta dai post fascisti, dai partigiani, dai comunisti ma sembra che tutto ciò sia irrilevante.
Dire "partigiano" oggi è aberrante, offensivo eppure li ricordo parlare di Liberazione, li ricordavo scendere in piazza con le bandiere rosse inneggiando alla libertà. Li ricordo marciare per la pace ed ora siamo caduti di nuovoo nel dimenticatoio. Finita la sofferenza della guerra e nel bel mezzo della Democrazia il benessere ci ha dato alla testa.
Una sinistra leziosa ha permesso una "svalorizzazione" della Resistenza.
I nuovi fascisti sono i più democratici e bisogna avere il coraggio intellettuale di ammetterlo. La cosiddetta sinistra si è adagiata nel palazzo.
Occorre avere il coraggio di ammettere la verità. Stiamo vivendo la più lambiccante, arcaica e superstiziosa situazione senza alcun fondamento di pensiero. Non vi è alcuna base ideologica ma solo una totale assenza. Un vuoto logorroico ed immaginario costruito nei decenni passati.
Una nota dolente in tutto questo c'è ed è lampante nel fatto che mentre una volta gli italiani erano più progrediti di quanto si pensasse, oggi, nell'era post industriale sembrano essere tornati al paleolitico. Nella maniera più semplicistica del caso potremmo dire che mentre i ricchi contano i soldi i poveri contano le miserie ma tutti e due sono uniti dall'ignoranza, dal timore, dalla paura e dalla rabbia di perdere tutto i primi e di non avere mai nulla i secondi. In tutti e due i casi la colpa non sarebbe del liberismo sfrenato, del neo capitalismo ma del diverso, dello straniero, del nostro vicino, dirimpettaio, inquilino, del vecchio che ruba la pensione. Gli italiani sono caduti nel tranello teso dalla sinistra.
Stiamo vivendo quindi nell'epoca più involuta degli ultimi decenni. Il tonfo è imminente e la mia opinione è che vi è una destra pericolosa quanto una sinistra permissiva, benevola e liberista.
Sono stati, sono e saranno anni duri e francamente sento la mancanza dei vari Pasolini, sento la mancanza dei Primo Levi, ne sento l'assenza, il vuoto incolmabile e proprio questi intellettuali pare non siano mai esistiti se non nei cenni storici delle nostre scuole.
Ricordiamoci sempre che i nostri partigiani sono morti per la libertà mentre gli altri sono morti per difendere una dittatura dolorosa ed assassina.
Dobbiamo solo tornare a costruire la nostra democrazia mediante un pensiero critico e strutturato e non mediante la stupidità, l'incultura ed il pettegolezzo.
Siamo invece tornati ad una destra rozza, ridicola e feroce che è il neo fascismo parlamentare che si è via via trasformato cercando di camuffarsi ma non è altro che la continuazione del fascismo tradizionale. Complice la sinistra, complice l'assenza di uno sviluppo critico e dialogico. Complice un salto qualitativo mai avvenuto.
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